sELEZIONE INDACO

IPOTESI DI RISPOSTA ALLE ESIGENZE DI APPRENDIMENTO “SPECIALE”

INDACO, PERCHÈ…

Secondo una teoria new-age molto ben descritta nel testo di Carrol e Tober[1], un tentativo di acquisire una adeguata comprensione di bambini che non si sa se definire “problematici” o “dotati” (o entrambe le cose insieme), è quella di dar credito all’affermarsi di una nuova fase di evoluzione della “razza” umana cui è stato attribuito il colore, difficile da definire tanto quanto il comportamento di questi bambini – prima o poi destinati a diventare adulti – comunemente etichettati come “difficili”, “iperattivi”, “ipercinetici”, “irrequieti” e, per queste stesse ragioni, molto spesso destinati all’insuccesso scolastico.

[1] Lee Carroll e Jan Tober, I Bambini Indaco. Una nuova evoluzione della razza umana, Macro Edizioni 2003

Certificazioni di dislessia, disprassia, disturbo specifico del linguaggio, ADHD o disturbo evolutivo dell’autocontrollo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, ecc. sono spesso la risposta dell’istituzione scolastica a questo tipo di problematiche manifestazioni, con tutti i pro e i contro che una certificazione di questo tipo comporta, e relative conseguenze sull’auto-stima dell’alunno interessato.

Gli adulti di riferimento hanno un ruolo centrale nell’edificazione della percezione di sé di questi individui, che si ritrovano a vivere in una continuativa sensazione di inadeguatezza, imprigionati nello stadio di “consapevole incompetenza”[1].

Spetta quindi a noi in quanto genitori / tutori / insegnanti /educatori permettere loro di scoprire i talenti di cui dispongono e valorizzarli celebrandone i conseguimenti ogni volta e il più spesso possibile pubblicamente. Dobbiamo fare qualsiasi cosa sia in nostro potere per evitare che raggiungano lo stadio di “morte cognitiva”.

[1] Vd. i quattro stadi di apprendimento, come definiti in André & Lelord, Estime de soi, Ed. Odile Jacob, 2004

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