Ovvero:
Durante una recente visita a Forlì, mia figlia – che vi si è da poco trasferita per lavoro e che mi ha fatto da guida per l’occasione – alla vista della bella Abbazia di San Mercuriale, ha così commentato la sua presentazione dell’edificio: “L’ho riconosciuta subito, quando l’ho vista, mamma: Ezio si arrampica sul campanile, in Assassin Creed 2!
È un dato di fatto: un’intera generazione di trentenni, cresciuti con la PlayStation, non solo continua ad utilizzare questo strumento come occasione di relax al termine del proprio turno di lavoro (spesso poco gratificante), ma l’ha altresì reso di fatto il proprio Lifelong Learning Environment privilegiato.
Luogo di apprendimento permanente? La Play!!?
Come? Guardate qui!
Il XXI secolo è il secolo dell’Ubiquitous Learning: si impara ovunque e per davvero, quando il messaggio cattura la curiosità, l’emozione, il piacere di esplorare, scoprire, conoscere…
Ed è proprio questo il fattore che ha messo seriamente in crisi la scuola, come ambiente di apprendimento istituzionalmente privilegiato. Perché a scuola, perlopiù, l’apprendimento non è che fatica e tedio mortale, fonte spesso di frustrazione, in contrasto con gli interessi “altri”, che si vorrebbero nutrire. E quello che viene in tal modo imparato è presto dimenticato. Sebbene qualcosa, nonostante l’averlo appreso a scuola, rimanga.
Esiste, purtuttavia, un ruolo imprescindibile ed unico che la scuola riveste nell’ambito dell’apprendimento, inteso come formazione non solo culturale, ma anche sociale e civile (valenze tutte e tre imprescindibili, affinché una qualsiasi forma di apprendimento possa essere definita utile e necessaria alla persona umana): la sua dimensione sistematica e curriculare, ovvero la funzione di dare ordine e riconoscimento ufficiale ad una acquisizione di conoscenze / abilità / competenze che risulterebbe altrimenti frammentata, settoriale ed arbitraria.
Italiano con Grazia nasce proprio dal desiderio di colmare questo divario tra learning e schooling: un doposcuola on line, in fondo: ripetizioni, vere e proprie lezioni, corsi di recupero… dove trovare integrazione alle lacune, consolidamento delle competenze, approfondimento degli interessi e valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, non in modo antagonistico/alternativo rispetto alla scuola, bensì in mutualistica simbiosi con essa, vale a dire con i medesimi programmi, obiettivi, criteri e contenuti delle Indicazioni Nazionali, ma con un più puntuale e personalizzato supporto e incoraggiamento all’acquisizione di quelle competenze del XXI secolo che a scuola, talvolta, non possono essere apprese e agite con soddisfacente risultato.
Come?
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